Animatore Digitale – chi è e di cosa si occupa.
Introdotto nel 2015 con la Legge 107, l’animatore digitale riveste un ruolo chiave nell’evoluzione delle scuole. Queste ultime, infatti, non sono più soltanto luoghi fisici destinati all’apprendimento di nuove nozioni, ma permeano anche la realtà virtuale, grazie a tante opportunità. Tuttavia, molti ne hanno frainteso il ruolo e hanno ancora dei dubbi riguardo le sue mansioni.
Questa figura è entrata in scena con l’introduzione del Piano Nazionale per la Scuola Digitale (PNSD), che ne definisce i requisiti all’Azione 28. L’animatore digitale deve essere un insegnante, pertanto non può far parte del personale ATA né della direzione, ma deve possedere spiccate capacità organizzative e gestionali.
Nell’arco del primo triennio di attività deve stimolare e suscitare interesse per la digitalizzazione in colleghi, preside, operatori di segreteria, inservienti, alunni e relative famiglie. Lo stesso dicasi per tutti i collaboratori esterni coinvolti nel processo di introduzione del virtuale e di nuove tecnologie in ambito didattico.
Tuttavia, attenzione: non bisogna confondere i suoi compiti con quelli di un assistente tecnico né, tantomeno, di un programmatore: le sue azioni sono puramente divulgative e promozionali, quindi non spetta a lui far funzionare software, siti web, piattaforme online e quant’altro.
Per evitare equivoci nella definizione dei ruoli, lo Stato ha esteso la figura dell’assistente tecnico di laboratorio negli istituti che non ne prevedevano la presenza. In tale categoria rientrano gli onnicomprensivi (scuole per l’infanzia e primarie riunite, per numero di iscritti più basso rispetto alle stime statistiche).
Il cambiamento è avvenuto a partire dall’anno scolastico 2020-2021, in seguito ai disagi del lockdown e all’organizzazione della didattica a distanza. Prima di quel periodo, il Ministero dell’Istruzione riconosceva la necessità di un supporto tecnico soltanto alle scuole secondarie.
Secondo quanto stabilito dal MIUR, la digitalizzazione nelle scuole deve avvenire fondamentalmente su 3 livelli:
- organizzativo
- amministrativo
- didattico
Pertanto, il processo non riguarda soltanto le attività in classe, ma anche la parte contabile, burocratica, di pianificazione del calendario e delle varie mansioni. Alcuni esempi possono riguardare l’invio di comunicazioni via e-mail, il pagamento delle tasse scolastiche tramite home banking, l’adozione del registro elettronico e molto altro.
L’introduzione di questo elemento chiave nell’organizzazione didattica agevola, ove possibile, il passaggio dalle procedure manuali a quelle informatizzate. Il tutto viene affrontato in maniera progressiva e senza traumi, tenendo conto del livello medio di preparazione sul campo e di eventuali lacune di chi è meno esperto.
I risultati raggiungibili mediante l’informatizzazione mirano a:
- elaborare soluzioni e alternative innovative, soprattutto dal punto di vista organizzativo
- rendere l’esperienza digitale sostenibile e alla portata di tutti
- familiarizzare con le tecnologie e gli strumenti attualmente a disposizione
- favorire e accorciare le tempistiche di life long learning (ossia l’apprendimento permanente)
- interagire con assistenti tecnici in caso di difficoltà
Dopo un periodo di adattamento e transizione, l’utilizzo delle nuove risorse rende più semplice, veloce ed efficiente ogni processo. La durata di tale finestra temporale varia da soggetto a soggetto, in base all’età, alla frequenza di applicazione, all’impegno e al livello di entusiasmo nei confronti dei nuovi sistemi.
Oltre alla già citata Legge del 27 ottobre 2015 (meglio nota come Buona Scuola), segnaliamo le normative successive. Ricordiamo, in particolare, le seguenti: • Nota Ministeriale 17791 del 19 novembre del 2015 • Decreto Ministeriale 851 del 27 ottobre 2015 • Decreto Ministeriale 435 del 24 giugno 2015 • Nota Ministeriale 14196 del 6 maggio 2021. La prima disposizione delinea caratteristiche, requisiti e mansioni dell’animatore digitale, mentre la seconda fonte ha reso effettiva l’introduzione di questa figura professionale negli istituti. Quanto alla terza, definisce le risorse specifiche destinate all’animazione, finanziamenti in primis; la N.M. 14196, infine, estende l’inserimento dell’assistente tecnico a tutte le scuole di ordine e grado.