Decreto Milleproroghe 2024: le novità per la scuola
Il Decreto Milleproroghe 2024, approvato in via definitiva il 14 febbraio 2024, contiene diverse novità per il mondo della scuola. Tra le più importanti:
PCTO non obbligatori per l’esame di maturità: L’emendamento approvato esclude i PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento, ex alternanza scuola-lavoro) dai requisiti obbligatori per l’ammissione all’esame di Stato per l’anno 2024.
Aggiornamento biennale delle GAE: Le Graduatorie ad Esaurimento (GAE) saranno aggiornate ogni due anni, a partire dal 2024. Questo permetterà di includere i docenti che hanno maturato nuovi titoli e requisiti durante il periodo di validità delle graduatorie.
Proroga per le certificazioni informatiche ATA: Il termine per l’acquisizione delle certificazioni informatiche necessarie per il personale ATA per l’inserimento nelle graduatorie di istituto è stato prorogato di un anno, con decorrenza dalla sottoscrizione del CCNL.
Altre novità:
Proroga al 2025 del termine per l’utilizzo dei buoni scuola per l’acquisto di libri di testo.
Proroga al 31 dicembre 2024 del termine per la presentazione delle domande di mobilità per il personale docente.
Finanziamento di 10 milioni di euro per l’organico aggiuntivo per l’anno scolastico 2023/2024.
Le reazioni:
Le organizzazioni sindacali hanno accolto con favore le novità introdotte dal Decreto Milleproroghe, in particolare l’esclusione dei PCTO dai requisiti per l’esame di maturità e l’aggiornamento biennale delle GAE. Tuttavia, alcune sigle hanno sottolineato la mancanza di misure per il sostegno ai precari e per il contrasto del precariato nella scuola.
Il commento:
Il Decreto Milleproroghe 2024 introduce alcune misure positive per la scuola, come l’esclusione dei PCTO dall’esame di maturità e l’aggiornamento biennale delle GAE. Tuttavia, si tratta di interventi di natura temporanea che non risolvono i problemi strutturali del sistema scolastico italiano. È necessario un impegno più incisivo da parte del Governo per migliorare la qualità dell’istruzione e per dare maggiore stabilità al lavoro dei docenti.